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L'inflazione frena l'economia


L'inflazione frena l'economia

Bassilichi: "Il Pil, da solo, non fotografa più la situazione. Aziende senza margini". Salvini: "Molte imprese, soprattutto nel commercio e turismo, sono in sofferenza"
 
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L'inflazione e l'emergenza sanitaria fanno sentire i loro effetti negativi. I numeri del Pil dell'area metropolitana fiorentina nel 2021, in linea con il dato nazionale (+6,5%), ridimensionano le stime dei mesi scorsi. Colpa della pandemia e dell'impennata dei prezzi appunto. Il Pil, da solo, non fotografa più la situazione reale. Tra le imprese, infatti, c'è ancora molta sofferenza. E il tasso d'inflazione, che ha toccato il 4%, impatta sulle scelte delle persone e sui consumi.
 
Il monitor che la Camera di commercio di Firenze ha attivato con Axepta sui pagamenti con moneta digitale fotografa la frenata dei consumi a partire da dicembre (-10% nelle prime tre settimane di dicembre 2021 rispetto al 2019 e +1,9% sullo stesso periodo del 2020 quando il Paese era in lockdown), causata dalla recrudescenza della pandemia, dall'aumento del prezzo delle materie prime con la conseguente risalita dell'inflazione e in particolare dal balzo del costo dell'energia. Le previsioni dell'autunno, quando il cielo dell'economia sembrava volgere al sereno, insomma, sono da attualizzare alla luce del nuovo contesto, nel quale molte imprese lavorano con margini ridotti a zero, se non addirittura in rimessa, e rischiano per questo la chiusura.
 
"Il Pil, da solo, non fotografa più lo stato di salute dell'economia. Le aziende, anche quelle che vanno bene e lavorano, sono ormai senza margini per colpa dei rincari delle materie prime e in particolare dell'energia", dice Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze. "Dobbiamo aiutare le imprese a superare questa fase difficile guardando avanti, alla prospettiva di una crescita economica agganciata ai mercati internazionali, anche sostenendo i consumi interni", sottolinea Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera.
 
La flessione dei consumi rispetto al 2019 (ultimo riferimento pre-pandemia) ha riguardato soprattutto le attività turistiche (-36,8%) e le librerie (-39,7%). Male intrattenimento (-16,7%), palestre (-16,5%), negozi d'elettronica (-10,8%) e ristoranti (-8,3%). In calo anche i supermercati (-4,3%), sempre nelle prime tre settimane di dicembre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il mese di gennaio 2022 è andato addirittura peggio. Anche se il Pil continua a crescere e quest'anno dovrebbe attestarsi a un +4% rispetto al 2021.