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Imprese: in Italia crescono le chiusure (+5,9%)


Imprese: in Italia crescono le chiusure (+5,9%)

Nel primo trimestre 109.231 attività in meno e 101.788 nuove aperture a livello nazionale. Bene le attività professionali, immobiliari e le costruzioni; in calo commercio e agricoltura
 
andamento del mercato societario
 
 
Aperture stabili, chiusure in aumento e saldo lievemente negativo per le imprese italiane tra gennaio e marzo. Il primo trimestre dell’anno ha evidenziato una sostanziale stabilità delle iscrizioni al Registro delle imprese delle Camere di commercio (101.788 unità, in linea rispetto allo stesso periodo del 2022) e un sensibile incremento delle chiusure rispetto allo stesso periodo del biennio precedente (109.231 unità) che, tuttavia, restano tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni.
 
Questo in sintesi lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere. Nel primo trimestre 2023, il tessuto imprenditoriale italiano si è ridotto di 7.443 unità (pari a una variazione del -0,12% dello stock di imprese). Una flessione che resta tra le più contenute del recente passato e che (con l’unica eccezione del 2021, in piena pandemia) caratterizza tradizionalmente i trimestri di inizio d’anno a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente e l’inizio del nuovo.
 
Pur in un contesto di sostanziale stabilità, alcuni settori vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale. Tra questi si segnalano le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.992 imprese), le attività immobiliari (+1.571) e le costruzioni (+1.070), ancora sotto l’onda “lunga” degli incentivi all’edilizia. Sul fronte opposto ad arretrare maggiormente sono i settori del commercio (8.806 imprese in meno, -0,61%) e dell’agricoltura (6.167 unità in meno, -0,85%).
 
Tra le forme giuridiche, il segmento più dinamico del nostro tessuto imprenditoriale continua a essere quello delle società di capitali, che aumenta nel trimestre di 13mila unità (pari a un tasso di crescita dello 0,69%). Una vitalità che solo in parte riesce a controbilanciare, però, il saldo negativo delle ditte individuali, che nel periodo diminuiscono di 14.389 unità (pari allo 0,47% in meno), delle società di persone (-5.068 pari a un tasso di crescita di -0,56%) e delle “Altre forme”, che fanno segnare 733 unità in meno (pari allo 0,35% in meno).
 
L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, ciascuna in arretramento rispetto a un anno fa. Tra le regioni, Lazio, Sardegna e Trentino-Alto Adige sono quelle che fanno registrare un saldo positivo - per quanto contenuto - rispettivamente con 1.157, 253 e 85 imprese in più. Delle altre, Piemonte e Sicilia sono quelle che hanno chiuso il primo trimestre 2023 con il risultato peggiore in termini assoluti, rispettivamente con 1.638 e 907 imprese in meno.
 
Camera News n. 8/2023 (1 - 15 maggio)