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Il digitale fa crescere, ma le imprese italiane sono indietro.


Il digitale fa crescere, ma le imprese italiane sono indietro.

Il dato è emerso in un convegno organizzato dalla Camera di commercio di Firenze a Didacta Italia, la fiera nazionale della scuola e della formazione.
 
vari disegni di grafici
 
 
Investire nella digitalizzazione dei processi paga; le aziende che ci credono ne hanno un ritorno immediato, ma l'Italia resta in coda, almeno per ora. Lo dimostrano i dati che Jorg Buck, Consigliere della Camera di commercio italo-germanica ha esposto il 10 ottobre scorso ad un seminario organizzato dalla Camera di Commercio di Firenze a Didacta Italia, la fiera della scuola e della formazione svoltasi alla Fortezza da Basso.
 
In Italia gli under 25 che hanno un primo contatto con una azienda sono solo il 4,4% mentre in Germania arrivano al 36,8%(*). Complice anche il sistema "duale", il modello tedesco di alternanza scuola-lavoro che in Germania è diversamente articolato, riuscendo ad incrociare con più efficacia la domanda con l'offerta di lavoro, coinvolgendo parti sociali, imprese, scuole e  fornendo in tal modo tecnici ad alta specializzazione.
 
In effetti è proprio la mancanza di tecnici specializzati (oltre 190 mila stando ai dati Confindustria) che costituisce il verso "spread" con la Germania ma anche con il resto dell'Europa: I dati Unioncamere Excelsior lo confermano puntualmente. Germania,  Francia e ancora di più Inghilterra e Paesi Bassi investono alte percentuali del PIL in ricerca e formazione.  In Italia solo il 4,8% del PIL è investito in ricerca sulle tecnologie digitali, contro il 6,6% della media UE.
A questo si aggiunge il fatto che le PMI italiane hanno ancora un approccio "timido" con l'innovazione. Stando ai dati illustrati da Domenico Mauriello di Unioncamere nazionale, solo 1/3 delle PMI italiane sono attive su web; 4 imprenditori su 10 dichiarano che "internet non serve". L'Italia risulta al 24mo posto in termini di integrazione dei processi con tecnologie digitali.
 
Mauriello ha anche citato l'impatto sulle imprese coinvolte nel progetto "Crescere in digitale" realizzato in diverse Camere di commercio italiane , attraverso il quale i NEET (ragazzi disoccupati che non studiano e non lavorano) sono stati formati per aiutare le imprese a compiere il primo step della digitalizzazione. Emerge chiaramente che il 67% delle imprese in cui sono stati attivati , dichiara che grazie al progetto il numero dei clienti è incrementato (34%) è entrato in nuovi mercati (21%) ha incrementato la quota di mercato internazionale (29%).
 
All'evento ha partecipato anche il Vice presidente della Camera di Commercio Niccolo' Manetti e Cristina Grieco, Assessore alla formazione e al lavoro della Regione Toscana che hanno sottolineato il ruolo della Toscana nella formazione giovanile.
 
(*) elaborazione Sole 24 Ore 2019