Uno dei pilastri fondamentali del mercato unico europeo, nato con l'istituzione della Comunità Economica Europea nel 1958 e confermato con la successiva nascita dell'Unione Europea nel 1992, era proprio quello di facilitare la libera circolazione delle merci e dei servizi, oltre a quella delle persone.
L'eliminazione di dazi, barriere tariffarie e norme che possano ostacolare la libera concorrenza erano e sono ancora oggi il primo e fondamentale ingrediente per agevolare le imprese europee negli scambi commerciali.
Tuttavia a distanza di più di 60 anni, le imprese ritengono che ci sia ancora un margine di miglioramento. Lo ha confermato un sondaggio effettuato ad ottobre del 2018 durante il Parlamento europeo delle imprese, nel quale circa il 70% degli imprenditori a cui è stato chiesto "Il mercato unico è sufficientemente integrato da consentire alla vostra impresa di operare e competere liberamente?" ha risposto no.
Il nuovo Consiglio Europeo con a capo Ursula Von der Leyen recentemente insediato, dovrà mettere in campo una serie di correttivi affinchè la libera circolazione di merci e servizi sia davvero reale.
Per permetterlo occorre capire dove si trovino i punti critici ed è a questo obiettivo che punta l'indagine Eurochambres, l'organismo delle camere di commercio europee con sede a Bruxelles, che ha rilanciato un nuovo sondaggio. Bastano pochi minuti per rispondere ad alcune domande su ostacoli e/o restrizioni alle attività negli altri paesi Ue, su come vengono segnalati i problemi e su potenziali soluzioni che possano agevolare gli scambi transfrontalieri nella Ue.
