Benvenuto nel sito della camera di Firenze
 
ti trovi in:

Tu sei qui

» Crescono del 10,2% i ricavi delle imprese fiorentine

Crescono del 10,2% i ricavi delle imprese fiorentine


Crescono del 10,2% i ricavi delle imprese fiorentine

Dal 2015 al 2017 i principali indicatori di sviluppo delle società di capitali migliorano anche valore aggiunto e MOL secondo il rapporto dell’Ufficio statistica della Camera di Commercio di Firenze.
 
immagine sagome e grafici con freccia in salita
 
 
L’andamento dei principali indicatori di sviluppo delle società di capitali fiorentine si caratterizza per una certa dinamicità, confermando e consolidando nel corso del periodo 2015-2017 quanto maturato nel precedente intervallo temporale di riferimento: a partire dall’anno base 2015, si è registrato un aumento piuttosto intenso per ricavi (+10,2%) valore aggiunto (+12%) e margine operativo lordo (+7,9%). Lo rivela l’analisi dei bilanci di esercizio delle società di capitali fiorentine depositati (e compresenti) il periodo di riferimento su cui l’Ufficio statistica della Camera di Commercio di Firenze ha concentrato l’analisi nel triennio 2015 – 2017. L’archivio di base è rappresentato dal database InBalance di Infocamere.
 
Il buon andamento degli indicatori si inserisce nell’ambito di uno scenario di base caratterizzato da una ripresa con toni moderati ed esposta ai rischi di stagnazione e deflazione, insieme ad uno scenario internazionale più incerto. Il triennio che fa da sfondo, in termini di contesto economico, ha consentito di apprezzare un graduale percorso di sviluppo dell’economia fiorentina strettamente e direttamente correlato ad una buona performance del manifatturiero e del commercio estero, tanto che nel 2017 si è arrivati ad un incremento del prodotto anche oltre le aspettative, vista la debole dinamica pregressa e sebbene la variazione non sia stata molto ampia (+1,5%).
 
Il quadro congiunturale che ha fatto da contorno allo sviluppo del prodotto locale ha definito un contesto di crescita sempre più accomodante tracciato da alcuni driver fondamentali come le esportazioni, in base al traino della domanda internazionale, degli investimenti (indotti dagli incentivi di industria 4.0), delle attività turistiche e della produzione industriale; quest’ultimo rappresenta l’indicatore congiunturale guida per “illuminare” il percorso di ripresa.
 
Considerando i tre anni presi singolarmente, possiamo osservare una conferma del trend positivo e in espansione per i ricavi (da +4,3% a +5,7%), così come analogamente risulta sia per il valore aggiunto (da +4,8% a +6,8%) che per il MOL (da +1,2% a +6,6%). Ragionando in termini aggregati il costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) sembrerebbe risalito di 1,5 punti percentuali, attestandosi al 61,6% nell’ultimo anno: se consideriamo che questo indicatore si evolve secondo il rapporto tra costo del lavoro e produttività, risulta evidente come tenda a sottendere un moderato deterioramento della dinamica della produttività del lavoro; ciò si correla ad un aumento maggiormente sostenuto del costo del lavoro (+14,7%) rispetto ai profitti lordi (+7,9%) la cui quota tende proporzionalmente a scendere. La maggior crescita del costo del lavoro, suggerisce una sorta di istituzionalizzazione dei profitti (trasformati in stipendi), nella misura in cui va a comprendere anche gli aumenti degli stipendi di manager e amministratori, considerando che nei consigli di amministrazione spesso gli stessi soggetti che fissano i livelli retributivi, sono anche tra coloro che ne beneficiano (ciò chiaramente è tanto più veritiero nelle spa).