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Coronavirus: più dell’epidemia dobbiamo temere la paura


Coronavirus: più dell’epidemia dobbiamo temere la paura

Lo studio dell’Ufficio statistiche della Camera indica come scenario peggiore per il Pil fiorentino un rallentamento dello 0,5% della crescita. Dati Excelsior: mercato del lavoro in altalena a livello nazionale.
diagrammi statistici
 
 
«L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa». La frase di Franklin Delano Roosevelt è del marzo 1933, ma si adatta bene ai giorni nostri e infatti l’Ufficio statistiche della Camera di commercio di Firenze l’ha utilizzata per commentare il report sul possibile impatto sull’economia fiorentina dell’epidemia di coronavirus in Cina. Lo studio evidenzia come, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’Istituto superiore di Sanità la «normale» influenza rappresenti una minaccia molto più grave del coronavirus: ogni anno vengono infatti registrati a livello globale tra i tre ed i cinque milioni di casi di influenza, con un tasso di decesso del 10%, molto più elevato di quello del coronavirus (2/3%).
Nell’ambito della Città Metropolitana operano 5.400 imprese cinesi, che generano circa il 4,5% del Pil provinciale. «Un mutamento nelle abitudini di comportamento dei consumatori ed un conseguente rallentamento dei livelli produttivi di queste aziende causerebbero una significativa diminuzione di tutta l’economia metropolitana», spiega il report della Camera, che prende in considerazione tre possibili scenari: quello prudenziale ipotizza un rallentamento della crescita tra 0,1 e 0,2%, con un effetto modesto; quello intermedio indica una frenata dello 0,4% (da +0,6 a +0,2%), e quello più negativo uno stop dello 0,5%, che porterebbe il tasso di crescita di quest’anno poco sopra lo zero (+0,1%).
«E’ comunque fondamentale evidenziare come in tutti e tre gli scenari l’impatto economico sia fondamentalmente contenuto – spiegano gli statistici della Camera -. Quello che l’analisi non può adeguatamente prevedere è l’impatto emotivo generato dalla diffusione di informazioni imprecise (se non del tutte prive di fondamento scientifico)». Il panico e la modifica nei modelli di comportamento, in buona sostanza, sono le maggiori criticità per la crescita. Anche la problematica tende a scaricarsi soprattutto su alcuni settori, come quello alberghiero e dei viaggi.
Intanto, Unioncamere informa che a livello nazionale prosegue l’andamento altalenante del mercato del lavoro con 320mila assunzioni previste dalle imprese a febbraio (-13mila rispetto al 2019). I dati del Bollettino mensile del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, mostrano in questo mese, una flessione sia congiunturale che tendenziale delle entrate previste: -13mila rispetto a febbraio 2019 (-4,0%) e -50mila rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (-4,5%). A pesare è soprattutto la contrazione della domanda di lavoro del manifatturiero con 11mila entrate in meno a febbraio (-14,4%) e oltre 35mila in meno tra febbraio-aprile (-15,2%). Elevate le difficoltà a reperire profili da inserire nelle aree aziendali dei sistemi informativi (il 58% delle figure ricercate) e progettazione, R&S (48%).