
Le imprese devono reperire capitali tramite strumenti diversi rispetto al credito bancario. Un’affermazione ancora più vera, una scelta sempre più necessaria se il tema è come far sviluppare le aziende del nostro territorio e svincolarle da un credito bancario sempre più incapace di finanziare nuovi progetti imprenditoriali, piccole realtà difficili da valutare. Le banche appaiono frenate dalla preoccupazione delle sofferenze, che inducono a restrizioni esageratamente prudenti nel concedere credito ed escludendo di fatto una buona parte delle micro e piccole imprese del nostro tessuto produttivo.
Trovare una fonte alternativa dove reperire capitali, migliorerebbe i rapporti tra banche e imprese perché diminuirebbero per la banca alcuni fattori di rischio. Buona l’opportunità dei mini-bond o basket bond, strumenti che esistono da molto tempo. Ma perché allora specialmente in Toscana non decollano?
Occorre abbassare ulteriormente la soglia minima dell’emissione per renderla adeguata alla necessità dell’azienda in base alla sua dimensione. Occorre uno strumento volto a finanziare una filiera di imprese, composta da aziende di dimensione media, piccola e piccolissima, simile all’attuale basket bond, adeguatamente sicuro per i sottoscrittori ma più snello nella sua formulazione e disponibile per tutti gli investitori.
Reperire capitali tramite finanziamenti bancari è sicuramente difficile per molte imprese. E quando si ottengono, va comunque considerato il costo di questi finanziamenti: spesso i tassi sono molto alti, a prescindere dal reale rating dell’impresa, spesso lo stesso imprenditore è anche cliente e piccolo risparmiatore della stessa banca che remunera con tassi prossimi allo zero quei risparmi dando vita ad una forbice di tassi dare/avere mai vista prima nella storia, quasi a dichiarare che quei depositi sono quasi una scomodità per la banca.
Per aderire a nuovi strumenti e per rafforzare i capitali delle aziende, occorre affiancare gli imprenditori in un percorso di formazione su questi temi, alla luce di un report della Bce del 2022 nel quale si evidenziava un deficit importante di conoscenza bancaria degli italiani, tanto da spingere la Banca d’Italia ad adoperarsi per un Progetto di educazione finanziaria rivolto agli imprenditori e ai cittadini. E ora è tempo che anche la Camera di commercio faccia la propria parte nel diffondere l'educazione finanziaria.
Camera News n. 21/2025 (1-16 dicembre)
