“La Menarini produce negli Usa quel che vende in quel Paese e quindi non è colpita direttamente dall’aumento dei dazi, ma il combinato disposto dei dazi americani con la svalutazione del dollaro non va sottovalutato, può avere effetti gravi, Trump punta a riportare negli Stati Uniti le produzioni che avvengono fuori dal Continente”. Lo ha detto Lucia Aleotti, azionista e componente del consiglio di amministrazione del Gruppo Menarini, oltre che vice presidente di Confindustria, protagonista de “Il Colloquio dell’economia” che si è svolto il 19 settembre presso l’auditorium della Camera di commercio di Firenze, organizzato dall’Ente camerale fiorentino in collaborazione con Il Sole 24 Ore, PromoFirenze e Ordine dei commercialisti di Firenze. Intervistata da Marzio Bartoloni, giornalista de Il Sole, a proposito dell’azione di Trump per “riportare a casa” le grandi aziende americane, Aleotti ha risposto alla domanda se non ci sia il rischio di una “riduzione di investimenti sul territorio toscano della multinazionale americana che a Firenze produce farmaci importanti”, ovvero la Eli Lilly. “Diciamo che non è un tema nell’immediatezza – la risposta di Aleotti – ma è logico che nell’arco di qualche anno si ridimensionerà la crescita che hanno avuto località diverse dagli Stati Uniti per gli investimenti nella produzione dei farmaci. Ma l’Italia ha tutte le possibilità per giocarsi bene il mantenimento dei propri presidi industriali”. In un altro passaggio del proprio intervento, Aleotti ha ricordato come “molte aziende abbiano già dichiarato che aumenteranno gli investimenti negli Usa”.
Dura Aleotti con le politiche dell’Europa. “Bene il mercato unico, non l’unicamente mercato” ha sintetizzato l’imprenditrice per sottolineare la “debolezza” di politiche insufficienti a rafforzare i tessuti industriali e la competitività delle aziende, una “debolezza” efficacemente esemplificata. “Prendete il caso del primo vaccino contro il Covid, la tecnologica era tedesca, ma la produzione è avvenuta in America e noi europei ci siamo preoccupati solo di comprarlo al miglior prezzo possibile sul mercato”.
In altri passaggi dell’intervista, Aleotti ha sottolineato come l’Europa sia attiva nel “promuovere analisi e ricerche, ma che poi non sia all’altezza quando si deve passare alla fase concreta per aiutare le imprese a produrre, a essere competitive e profittevoli”, ha detto. “In Europa abbiamo opportunità soffocate, abbiamo perso anche il primato nella ricerca, se abbiamo dovuto assistere alla fuga di 200 miliardi di investimenti è perché questi investimenti sono meno remunerativi nel Vecchio Continente che altrove”. Tra le richieste all’Europa e all’Italia “la riduzione della burocrazia, una migliore protezione della proprietà intellettuale, la revisione del payback”.
A proposito della stretta dazi, Aleotti ha detto che “la Toscana è esposta più di altri territori per la sua forte vocazione all’export”. E ancora: “In questi giorni è uscito il manifesto di tre economisti sul rischio di deindustrializzare la regione, un grido di allarme che viene da economisti e non dal mondo delle produzioni. Dobbiamo stare attenti. Non può esistere un territorio che faccia a meno dell’industria se vuole avere uno standard elevato, perché all’industria sono attaccati i servizi ad alto valore aggiunto, la logistica e gli altri settori”.
Infine un pensiero ai tanti giovani presenti all’evento. “Voglio chiedere alla pubblica amministrazione di aiutarli e alleggerirli di tutte le pratiche necessarie all’avvio di un’impresa e di permettere loro di concentrarsi solo sulle idee, i progetti, la produzione” ha detto Aleotti.
A questo link la registrazione integrale dell’evento.
Camera News n.17/2025 (1-15 ottobre)