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Alternanza in Europa? Con le Camere di commercio italiane all’estero si può.


Alternanza in Europa? Con le Camere di commercio italiane all’estero si può.

Intervista a Michele Torre, responsabile desk Europa di Assocamerestero sui progetti di alternanza in mobilità internazionale realizzati presso aziende europee, con il supporto della rete della Camere di commercio italiane all’estero (CCIE).
 
bandiera dell'europa con sullo sfondo il territorio
 
 
Abbiamo incontrato Michele Torre in un seminario a Didacta Italia, l’appuntamento fieristico sul mondo della scuola svoltosi lo scorso ottobre a Firenze; l’aula è affollatissima di insegnanti che fanno molte domande sui progetti di Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) in mobilità internazionale. Allo stesso Torre abbiamo chiesto il perché del buon funzionamento dei progetti di alternanza all’estero. 
 
Come riuscite a sostenerli?
Assocamerestero, l’Associazione delle Camere di commercio italiane all’estero segue con maggiore attenzione questi progetti fin dal 2016, anche se le CCIE più attive sul tema realizzano progetti di mobilità da quasi 15 anni. All’inizio i percorsi erano limitati a pochi ragazzi, ma adesso l’interesse delle scuole si è ampliato notevolmente. Merito del Programma operativo nazionale lanciato dal Miur nel 2017 a valere su fondi strutturali europei per la scuola, che finanzia parte dei percorsi e che ha indicato alle scuole l’opportunità di sviluppare percorsi di mobilità all’estero anche con le CCIE. Il programma prevede la realizzazione di progetti di alternanza rivolti a studenti del terzo, quarto e quinto anno delle scuole secondarie superiori e tirocini/ stage per quelli degli Its (Istituti tecnici superiori). I percorsi sono molto articolati e risulta fondamentale avere la capacità di incrociare le esigenze formative delle scuole con le imprese estere che accoglieranno gli studenti. In altre occasioni il finanziamento può arrivare anche da un bando della Camera di commercio italiana: in entrambi i casi (Pon o bando camerale), lo strumento operativo è quello della convenzione e/o lettera d’intesa tra la scuola e le Camere di commercio italiane all’estero.
 
Che tipo di assistenza fornite alle scuole e agli studenti e quanti progetti avete seguito nell’ultimo anno?
Le Ccie svolgono la funzione di soggetti intermediari tra le imprese estere che ospitano e la scuola (dirigenti scolastici, insegnanti, famiglie). Attraverso i nostri partner in circa 15 città europee, scegliamo le aziende più adatte in base al percorso di alternanza richiesto dalla scuola/istituto. Ma non finisce qui: durante il periodo di stage in azienda, che in genere è di circa quattro settimane, il personale delle CCIE che parla italiano, segue da vicino l’esperienza in azienda dei ragazzi, supportandoli anche per l’individuazione dell’alloggio. In un anno abbiamo coordinato circa 800 percorsi di alternanza.
 
Quali sono i Paesi che gli studenti scelgono maggiormente e che tipo di aziende sono coinvolte?
Francia, Germania, Grecia, Spagna, ma anche Regno Unito e Portogallo. I progetti hanno riguardato i servizi turistici (Caterpillar), giovani cuochi in mobilità per accrescere le competenze culinarie (Green Kitchen), ma anche il settore delle nuove tecnologie digitali (Trees). In alcuni casi, ad esempio a Malta, l’esperienza dei ragazzi è stata talmente coinvolgente che l’estate successiva alcuni di loro sono tornati nelle aziende per lavorare durante la stagione estiva.
 
Le scuole interessate ai percorsi di alternanza/stage all’estero come possono contattarvi?
Possono scrivere al sottoscritto, Michele Torre, o a Maria Grazia Coppola all’indirizzo mail europa@assocamerestero.it o chiamare allo 06/44231314.