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Economia circolare: conviene, ma le imprese non lo sanno

Il tavolo dei relatori al seminario sull'economia circolare
Solo un quarto delle aziende toscane conosce i processi legati alla green economy, eppure il 60% è convinto che siano utili. Via al progetto gratuito con il Sant’Anna di Pisa. Bonafè: «Più competitività per il Paese». Bassilichi: «Innovare è anche questo

Economia circolare: conviene, ma le imprese non lo sanno

Firenze, 11 ottobre 2017 – Solo un quarto delle imprese toscane conosce l’economia circolare, eppure il 60 per cento è convinto che lo studio e l’applicazione della green economy possa ridurre i costi e migliorare i processi produttivi. E’ questa la fotografia che emerge dall’indagine condotta dai ricercatori dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con Camera di Commercio di Firenze su un campione di 200 imprese toscane, presentata questa mattina al seminario “Un strategia a vantaggio delle imprese” promosso dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali – Ministero dell’Ambiente.
 
L’economia circolare è una concreta applicazione della green economy in tema di rifiuti: si tratta di un modello organizzativo attuabile da tutte le aziende, indipendentemente dal numero di addetti o dal settore. L’economia circolare è, infatti, un sistema in cui tutte le attività, a iniziare dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per altri.
 
Dall’indagine svolta a settembre emerge, inoltre, che il 75% delle aziende poco informate sulle potenzialità dell’economia circolare è rappresentato dalle piccole e medie imprese. Eppure, più del 50% ritiene che l’applicazione dei principi della green economy possa portare a un aumento dei posti di lavoro.
 
Per indirizzare le imprese toscane nel percorso dell’economia circolare, questa mattina a Firenze è stato presentato un progetto di Ministero dell’Ambiente – Albo gestori ambientali, Camera di Commercio di Firenze e Scuola Superiore Sant’Anna che prevede tre step: seminari orientativi, consulenze di settore e check up personalizzati sui processi aziendali.
 
«Il nostro sistema economico produce ogni anno 600 milioni di tonnellate di rifiuti che potrebbero essere riutilizzati come materie prime e risorse. Faremmo però un errore se considerassimo l'economia circolare solo una politica ambientale. E’ molto di più. E’ l'impostazione di un nuovo modello economico, di una nuova strategia europea industriale sostenibile che produce posti di lavoro di qualità, aumento di PIL e rafforza la competitività delle nostre imprese», ha detto Simona Bonafè, europarlamentare, membro della commissione ambiente.
 
«Abbiamo la grande chance di usare l’economia circolare come un’opportunità competitiva per tutto il sistema produttivo toscano, cogliamola insieme – ha sottolineato Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze -. Ricordiamoci che innovare è anche questo e molte volte le soluzioni per generare maggior valore in azienda sono lì a portata di mano e non vengono viste. Capita sempre e capita a tutti, ci vorrebbero solo nuovi occhi per vederle».
 
I numeri dell’ultimo rapporto Symbola sulla green economy confermano questa percezione anche a livello nazionale. In Italia il 13% del PIL (200 miliardi di euro) arriva da questo settore, mentre i green jobs sono 2 milioni 964mila, il 13,2% dell’occupazione complessiva. Più di un’impresa su quattro (il 26,5%, ovvero 385mila aziende) dal 2010 ha scommesso sulla green economy. E ha fatto bene: nel manifatturiero il 46% delle società che investe in tecnologie verdi esporta, contro il 27,7% di chi non investe; il 35,1% delle imprese green ha aumentato il fatturato a fronte del 21,8% delle altre; il 33,1% ha introdotto innovazioni, contro il 18,7% delle altre.
 
 
 
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