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Manifattura: frena la produzione (ma non i fatturati)


Manifattura: frena la produzione (ma non i fatturati)

Le imprese reagiscono alle incertezze del mercato e utilizzano le scorte. I dati del primo semestre, elaborati dall’ufficio studi della Camera di commercio, confermano le difficoltà della congiuntura. Bassilichi: «Priorità a digitale, infrastrutture e formazione».
 
immagine con vari grafici
 
 
Cala il tono dell’economia e le imprese rispondono all’incertezza del futuro diminuendo le scorte in magazzino. La fotografia della congiuntura manifatturiera nella città metropolitana, elaborata dall’ufficio studi della Camera di commercio di Firenze, conferma per il primo semestre dell’anno la frenata della produzione (da + 5,9% a +0,8% nel primo trimestre; -2,8% nel secondo trimestre) ma non dei fatturati (rispettivamente + 5,3% e + 7,6%).
 
La diminuzione delle scorte da parte delle aziende, rilevabile anche dai dati di contabilità economica regionali – spiega il report della Camera - è una modalità di risposta delle imprese alla frenata dell’economia e all’incertezza delle prospettive, cercando di migliorare la situazione relativa alla liquidità aziendale tramite un intenso ridimensionamento dei magazzini. La caduta delle scorte è collegata, purtroppo, anche ad una frenata della domanda interna, che pure arriva da una fase di sostanziale stagnazione.
 
«L’economia fiorentina tiene, nonostante l’attuale fase di debolezza della congiuntura legata alle incertezze sulle prospettive internazionali per lo scontro commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, e per i dazi americani nei confronti dei prodotti europei, ma il rallentamento della produzione è un dato che non deve essere sottovalutato – commenta Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze -. A livello nazionale e locale dobbiamo utilizzare tutte le leve possibili e mai come in questi momenti c’è bisogno di una convergenza su progetti in grado di attivare investimenti e di migliorare l’efficienza del territorio. Le priorità sono la digitalizzazione (delle imprese e della Pubblica amministrazione), le infrastrutture (da potenziare in chiave regionale) e la formazione per rispondere a un mercato del lavoro che oggi nell’area fiorentina fatica a trovare le figure professionali di cui ha bisogno».