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La battaglia in atto sull'etichettatura alimentare in Europa


La battaglia in atto sull'etichettatura alimentare in Europa

La nuova politica agricola comunitaria (2021-2027) sarà caratterizzata da un maggior rigore sui parametri di sostenibilità.
 
una capretta al pascolo
 
 
La nuova politica agricola comunitaria 2021-2027 sarà caratterizzata da un maggior rigore sui parametri di sostenibilità sull'uso di pesticidi, fertilità del suolo, benessere degli animali, coltivazioni biologiche, informazione al consumatore. Il new green deal UE ("Farm to fork 2030") prevede un'etichettatura nutrizionale ed armonizzata, obbligatoria entro il 2022 che avrà conseguenze importanti anche sui prodotti made in Italy.
 
Esempio di questi ultimi mesi, la battaglia scatenatasi intorno alla nuova "etichettatura  fronte pacco" (EFP), che dovrà aiutare il consumatore  ad orientarsi verso un'alimentazione più  sana. Due scuole di pensiero a confronto: etichetta "a semaforo" o "batteria".
 
L'etichetta  volontaria "a semaforo", nata nel Regno  Unito e poi fatta propria dalla Francia nel 2016 con il sistema  Nutriscore, nel 2018 in Belgio e Lussemburgo, sostenuto da  Germania, Paesi Bassi e Svizzera e supportato  da un coordinamento transnazionale ad hoc tra  questi Paesi. Una spinta originata dal mercato,  dalle grandi catene di distribuzione e dalle grandi  industrie alimentari.
 
Su questo tipo di etichetta la posizione dell'Italia è molto critica (appoggiata da Rep. Ceca, Cipro, Grecia, Lettonia, Romani e Ungheria)  perché rischia di condizionare piuttosto che  informare il consumatore. Infatti, pur apparendo di più facile lettura, finisce per portare l'osservatore verso  schemi direttivi (buono contro cattivo) che risultano  fortemente ingannevoli, anche perché basati  su parametri incompleti ed erronei. Basti pensare  che i calcoli dei valori nutrizionali vengono effettuati  su un riferimento di 100 grammi di prodotto,  che in alcuni casi (vedi l'olio  d'oliva) porta a conclusioni poco attendibili. Veder  premiati in queste valutazioni i prodotti fortemente  trasformati, non rappresenta una sorpresa.
 
Il nostro paese, di contro, si è fatto parte attiva nel proporre un'etichetta volontaria  alternativa "a batteria" (la Nutrinform), nella quale si guarda invece  all'equilibrio alimentare sulla base delle porzioni  consigliate, fornendo un'immagine visivamente  forse più complessa nella lettura ma senz'altro  più in linea con le stesse indicazioni dell'Agenzia  europea per la sicurezza alimentare.
 
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