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Impresa 4.0, dalla Toscana un metodo per tracciare gli stock in magazzino


Impresa 4.0, dalla Toscana un metodo per tracciare gli stock in magazzino

I nostri digital promoter da questo numero di Camera News iniziano una rubrica per suggerire come utilizzare il piano di automazione e digitalizzazione nazionale.
 
logo punto impresa digitale
 
 
Impresa 4.0, digital transformation, fabbrica intelligente o economia digitale: sono tutti modi per descrivere il processo che porterà a una produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Un processo che si basa non solo sulla trasformazione delle modalità con le quali si fa produzione, ma anche di come si offrono servizi e di come si organizza la rete commerciale. Per agevolarla in Camera di Commercio di Firenze è nato il PID, Punto Impresa Digitale, gratuitamente a disposizione delle imprese.
 
Questa rivoluzione annunciata e ancora in corso di progettazione è stata attuata in alcuni Paesi in modo strutturato e intensivo. Il precedente governo italiano, al fine di rilanciare il mondo delle imprese in un’ottica di automazione e digitalizzazione, ha avviato il “Piano Nazionale Impresa 4.0”, un piano iniziato ufficialmente nel 2017, ma che ha visto degli accenni già dal 2015 con l’entrata in vigore del super ammortamento destinato a dare benefici fiscali alle imprese che investono in beni strumentali nuovi.
 
Nel 2017 entra in campo un’altra agevolazione, l’iper ammortamento, molto più sostanziosa in termini di risparmio e riguardante l’acquisizione di beni strumentali nuovi, definiti “tecnologicamente avanzati” e di cui la legge ne delinea precisamente le caratteristiche le proprie tecnologie abilitanti in ambito Impresa 4.0 (robot autonomi, integrazione verticale ed orizzontale, big data, cybersecurity, cloud computing, realtà virtuale/simulazione, realtà aumentata, additive manufacturing, internet of things).
 
Per diffondere ancora di più la conoscenza di Impresa 4.0 ogni Camera News sarà l’occasione per affrontare un tema specifico, un focus su una singola tecnologia, presentando casi di interesse di aziende che hanno deciso di intraprendere il viaggio della “trasformazione digitale”. Il primo riguarda l’integrazione verticale prendendo in esame un sistema di tracking delle risorse in magazzino, tramite l’analisi di un caso di studio interamente “Made in Tuscany” di un’azienda locale che ha sviluppato una soluzione in grado di registrare autonomamente lo spostamento di attrezzature da lavoro da un magazzino, evitando perdite di materiali e riducendo le tempistiche per la ricerca dell’attrezzatura stessa, spesso dilatate per mancati aggiornamenti del registro o errori di trascrizione dati nell’ERP aziendale.
 
Per far fronte a tale necessità è stato sviluppato un varco, installato alle porte del magazzino, che attraverso antenne di rilevamento RFID è in grado di monitorare e registrare il passaggio di addetti e oggetti “marchiati” con TAG RFID UHF passivi: un funzionamento di semplice comprensione, analogo a quello presente nei negozi di abbigliamento nelle etichette degli abiti in vendita.
 
Una soluzione come quella indicata permette al sistema di registrare il passaggio dell’attrezzatura e di poterla associare all’operatore che la sta trasportando (e che quindi ha preso o riportato l’oggetto in magazzino), aggiornando così il carico/scarico dello stesso nell’ERP aziendale.
I vantaggi sono molteplici: si parte dalla riduzione dello spreco di tempo dovuto alla ricerca delle attrezzature non presenti in magazzino nel momento di necessità, passando dall’azzeramento dei casi di errore umano nella compilazione di un registro cartaceo di inventario, arrivando infine alla riduzione dei casi di smarrimento del materiale ritenuto perso e costi dovuti all’eventuale ripristino dello stesso.
 
Tutti ottimi vantaggi. Ma a che prezzo? Le tecnologie utilizzate (TAG RFID UHF, Antenne per rilevamento RFID, server SQL) hanno costi alquanto sostenibili, anche per una piccola impresa: da qualche decina di euro per una bobina di etichette traccianti a qualche centinaio d’euro per le antenne di rilevamento.
 
Il caso appena esposto (tratto dal libro di Gloria Cervelli, Simona Pira, Leonello Trivelli "Industria 4.0 senza slogan", a cura di Gualtiero Fantoni, Towel Digital Publishing) costituisce anche un esempio dell’adozione di approcci diversi alla soluzione di un problema. L’azienda avrebbe potuto optare per l’adozione di un sistema di localizzazione delle attrezzature basato su tecnologie più potenti e complesse che avrebbe avuto costi e problemi di integrazione potenzialmente molto elevati, per raggiungere comunque lo stesso risultato.
 

Per maggiori informazioni contattare i digital promoter del PID